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Il segmento testuale Città di Penne è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 3Entità Multimediali , di cui in selezione 3 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 37

Brano: [...]i trascorsi dalla caduta di Napoleone (e da quella quasi contemporanea di Gioacchino Murat) all’Unità d’Italia, una minoranza, sia pur piccola, di uomini di cultura, operatori economici e popolani manifestò a Teramo e nei vicini principali centri dipendenti il proprio patriottismo nella cospirazione Carbonara, in quella della Giovane Italia, nelle generose anche se temerarie insurrezioni promosse da dette società segrete (più rilevanti quelle di Città di Penne del 1837 e di Teramo del 184849), nei processi e nelle fucilazioni, nelle galere e negli esili che ne seguirono.

Nella prima fase della lotta per l’indipendenza nazionale, che va dalla discesa dell’esercito austriaco nel Reame (1821) al violento scioglimento dell’Assemblea elettiva ordinato da Ferdinando II (1848), nei patrioti locali prevalse la tendenza alla rivolta, per ottenere “franchigie statutarie”. Non mancarono però espressioni diverse e più profonde di dissenso dalla politica assolutista della monarchia e daH’indirizzo socioeconomico del ceto privilegiato.

In coincidenza con i[...]

[...]fu la somma di manifestazioni Criminali che si è dato a intendere: sia pure sotto la bandiera di un legittimismo aberrante, fu una sanguinosa rivolta di contadini poveri ai soprusi della classe al potere, scoperti fino in fondo dai grandi eventi del Sessanta.

Nel Regno d'Italia

Le prime elezioni politiche postunitarie sancirono il trionfo dei moderati anche nel Teramano. E tuttavia, eleggendo Clemente De Cesaris, il collegio uninominale di Città di Penne mostrò di apprezzare lo strenuo combattente dell'indipendenza nazionale, intesa anche come

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 39

Brano: [...]osservazioni del pianeta Marte. Da ricordare anche tre luminari della scienza medica (Roberto Campana, Antonio Dionisi e Rosolino Colella), nonché una pattuglia di storici, intenti a ricercare e illustrare le origini e gli sviluppi della vita associata nelle contrade aprutine (Francesco Savini e Giacinto Pannella di Teramo, Vincenzo Bindi di Giulianova, Gabriello Cherubini e

Luigi Sorricchio di Atri, Giovanni De Caesaris e VAbate di Vestea di Città di Penne, per non citare che i maggiori), l’archeologo Felice Barnabei, alcuni pittori e scultori (Gennaro della Monica, Raffaello Pagliaccetti, Salvatore di Giuseppe, Pasquale Celommi, Cesare Averardi, Luigi Cavacchioli).

Di ottimo livello culturale fu, tra la fine dell’Ottocento e l’immediato primo dopoguerra, la Rivista abruzzese di scienze e lettere, diretta dal sacerdote liberale Giacinto Pannella, aperta ad autori abruzzesi ed extraregionali di prestigio. Di buon livel

lo fu pure VAbruzzo letterario, diretto dal liberale Cino Panbianco, poeta e giornalista, avversato dal fascismo a tal pun[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 41

Brano: [...]l 25.7.1943; e Nicola Forti, alto ufficiale della Milizia. Gli “elettori” condotti alle urne sorvegliatissime e in cortei falsamente festanti, potevano votare solo con un “sì” o con un “no”.

Lo smembramento della provincia

AN'inizio del 1927 si abbatté su Teramo la “sciagura” (come sarà definita anche dallo storico Francesco Savini) dell’amputazione territoriale. Quasi tutto il secondo circondario, già amministrato dalla sottoprefettura di Città di Penne, venne staccato dal Teramano e assegnato alla nuova provincia di Pescara.

È vero che già nel Settecento il Delfico aveva avvertita l'opportunità della valorizzazione della vasta area alla foce del fiume Pescara, a! centro della costa abruzzese, e che fin dai primordi del Regno d'Italia esigenze di natura economica postulavano l'innovazione amministrativa voluta dal fascismo e rivelatasi benefica con l’andare degli anni, tuttavia il modo seguito per la sua realizzazione, tipico dell’autoritarismo (nessun preliminare dibattito ufficiale fu tenuto nel Parlamento asservito e nelle assemblee lo[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Città di Penne, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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